venerdì 15 aprile 2011

Tuo, senza freni





Questa fic è ambientata un po’ dopo la puntata: Merce che scotta.
Miguel ha rotto con la ragazza con cui doveva partire per le vacanze e si è riavvicinato a Jan con il quale aveva avuto una fugace relazione, qualche mese prima finita però per motivi di gelosia. Ora le cose tra loro vanno molto bene e, una sera che Benny è da un amico, Jan lo invita a passare la notte da lui.
NC 18 assolutamente



Tuo, senza più freni




La stanza era immersa nella semioscurità. Soltanto la luce del lampione acceso ventiquattrore su ventiquattro in giardino si rifletteva attraverso la finestra, creando giochi di ombre che mettevano in risalto la nudità di Jan Maybach, semidisteso con la testa sul cuscino, in attesa di una mossa dell’amante. Miguel, ancora vestito, era inginocchiato accanto a lui. Lo sguardo indugiava malandrino sulle armoniosità di quel corpo così attraente. Jan se lo sentiva addosso pesante, come fossero le sue mani! Buttò le braccia dietro la testa, sul volto una richiesta muta. Fai qualcosa, baciami, toccami, saltami addosso ma non stare così fermo! Soprattutto togliti quella roba di dosso! Ma restò zitto in attesa. Miguel si limitò a sorridere sghembo, quasi a prendersi gioco di lui, di quel desiderio di essere amato che gridava da ogni sua cellula.
“Tanto non faccio niente se non me lo chiedi Jan” con quella frase il commissario biondo vide azzerare le sue speranze. Sospirò sconfortato. “E soprattutto devi dirmi cosa vuoi...” a quell’ultima provocazione avvampò. “Bastardo” ruminò rosso di vergogna. Quella timidezza contribuì ad accendere l’ispanico, il quale d’istinto si tastò i genitali. Quel gesto lascivo non fece altro che corroborare l’eccitazione incontenibile dell’altro.
“Non ho capito, ripeti”
“Ho detto bastardo”
Miguel rispose prima con una risata cinica, poi affermò: “Mi vuoi ancora di più quando sono bastardo, dì la verità”
Jan non l’avrebbe mai ammesso ma, dopo aver deglutito rispose: “Spogliati Miguel” suonava come una supplica.
“Vuoi che mi tolga tutto o che mi sbottoni e basta, tirando fuori quello che desideri...”
Indispettito ma allo stesso tempo arrapato, Jan si morse il labbro inferiore. “Sì”
“Sì?”
“Sì Miguel, sì! Non occorre che ti spogli, tiralo fuori e...” si bloccò di nuovo incerto.
“Finiscila, se non mi dici quello che vuoi, quello che ti piace sai che faccio? Me ne vado e ti lascio solo a torcerti dal desiderio”
Quella frase oltre che ad aumentare lo ormai stato di doloroso e frustrante desiderio che provava, lo mise in allerta, come se ci fosse stata davvero la possibilità che Miguel, come se niente fosse, rinunciasse alla notte d’amore solo per fargli dispetto!
“Io... io voglio che te lo tiri fuori e che me lo metti in bocca...”
“Spiegati meglio...”
“Mi sono spiegato benissimo” lo fissò furente ma in cambio ricevette solo un altro sorriso cattivo. “Ok hai vinto tu: tiralo fuori e sbattimelo in bocca perché... muoio dalla voglia di succhiartelo Miguel! Sei contento adesso?”
“Uhm, ora sì che sei stato convincente!” sotto lo sguardo voglioso di Jan finalmente si sbottonò i jeans. Il sesso eretto puntava dritto verso di lui. Prima di accontentarlo Miguel lo spinse contro la testata del letto. Una volta che lo ebbe immobilizzato spalle alla testata, mise le gambe ai lati del suo corpo. “Ora mi scoperò la tua bellissima bocca” a quella frase Jan lo fissò con un misto di paura e desiderio. Jan era sempre con la nuca contro la spalliera del letto, quando Miguel iniziò a passargli le dita sulla bocca schiusa una ad una. Jan le succhiò ma guardando quello che voleva da morire. “Lo vuoi talmente tanto che sei diventato rosso, è per questo, vero?” Domandò Miguel sempre più perfido prima di togliere la mano e le dita ancora bagnate di saliva e passarle sul viso. Un istante dopo spostò definitivamente la mano dal viso e con l’altra avvicinò il pene. Strofinò lentamente la bella bocca schiusa. Poi pose l’indice di nuovo tra le labbra cosicché Jan lo accolse insieme al sesso. Gemendo a Miguel sfuggì: “È perfetto!” Improvvisamente pose i palmi ai lati del viso di Jan per tenere la testa ben ferma contro la testata. Jan non si muoveva, era solo Miguel con le gambe strette contro il suo corpo ad affondare in lui, mentre Jan accarezzava le natiche. Il fatto che fosse lui a muoversi, tendendolo fermo con il peso del suo corpo era per Jan una novità. In quella posizione particolare, il sesso entrava di più rispetto a quando era lui a muoversi sull’altro. In alcuni momenti fu sul punto di scoppiare, gli mancava il respiro e aveva la sensazione di sentirselo proprio fino alla gola.
Miguel si tolse per dargli la possibilità di riprendere fiato. “Ce la fai? Sto esagerando?”
Ormai divenuto audace, Jan rispose: “Niente affatto, mi piace da morire. Continua così!”
A quel punto Miguel si lasciò scappare: “Oddio non sai che voglia avrei di venirti in bocca!”
Al solo sentire quelle parole, Jan si sentì morire di desiderio.
Di nuovo Miguel si fece strada nella bocca dell’amico. “Continua! Fammi godere!”
Mentre Jan si affannava sul sesso, Miguel fece domande alle quali sapeva che l’altro era impossibilitato a rispondere: “Ti piacerebbe se venissi adesso? A me tanto... tantissimo” Improvvisamente si rese conto che di lì a poco non sarebbe stato in grado di fermarsi. Si tolse un secondo prima di schizzare al grido di: “Sto vedendo!” Ma Jan, ancora pieno di desiderio, avrebbe voluto che continuasse, che non si spostasse ma si sarebbe vergognato troppo a proporlo. Miguel godeva piegato sul viso di Jan, la punta appoggiata alla guancia. Il calore che si propagò dal viso al collo, e in fine sulla spalla, gettò Jan in uno stato di voluttuosità irrisolta, tale da renderlo quasi isterico. D’istinto prese la mano di Miguel e se la portò tra le cosce. Questi, ancora confuso dall’orgasmo, lasciò che lui gli spingesse le dita umide di saliva verso il punto più segreto e più caldo di tutto il suo corpo.
“Più in fondo, ti prego” lo supplicò ma era lui stesso a spingerle dentro di sé, a guidare la mano che si mosse fino a quando, esasperato dal piacere, anch'egli arrivò al culmine spargendo il seme sul ventre scosso dalle contrazioni. “È stato incredibile” disse chiudendo gli occhi, mentre Miguel, a sua volta esausto, si piegò con la testa sul suo petto, per ascoltare il battito cardiaco tornare lentamente alla normalità.

3 commenti:

  1. Cavoli! Che scena caliente. Devo ammettere che Miguel in versione sadica mi piace davvero tanto, ma è soprattutto Jan in questa sua vena sottomessa a stupirmi, ma io ho sempre pensato che sotto quella sua aria perfettina e la mania di tenere tutto sotto controllo c'è un'anima da sgualdrina sottomessa che a me piace tanto. Quando poi è a Miguel che si sottomette mi piace ancora di più.Complimenti cicci, era da tanto che non leggevo una fic così sexy, spinta ma anche realistica. Sembra di vederli anche se purtroppo non li vedremo mai in una posizione così compromettente.

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  2. Mamma mia, concordo su ogni parola!! Jan sgualdrinella sottomessa e Miguel che dietro l'aria da bonaccione nasconde un Erik-Dimitri-Estefan, pronto a dominare come il migliore dei Muster, sbav!

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  3. E si sai che lo vedo molto Erik in Fatal? In effetti ho subito pensato a lui. Lo amooooooooo!!!!!

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