venerdì 30 luglio 2010

Jan so sexy

Questo video è dedicato specialmente alle persone che amano Jan. A tutte quelle che amano i ciccini, e in particolar modo a qualcuno che stanotte ha sognato... ehehehhe.
Mi mancherai piccola stella, le nostre email sono diventate un momento speciale ç____ç grazie!

giovedì 29 luglio 2010

lunedì 26 luglio 2010

Le coccolosità hanno trovato nuova linfa




Hanno un rapporto molto stretto

Ti dirò a me ha dato a volte l’impressione che tutti più o meno abbiano intuito il rapporto “particolarmente stretto” che lega Jan e Miguel e del fatto che lo stesso vada oltre i confini del lavoro, ma che in ogni caso non se ne facciano accorgere dai diretti interessati visto che sono convinti di nasconderlo così bene!




Quel dirsi tutto

...è una cosa estremamente familiare quel dirsi tutto; queste piccole chicche di momenti tra loro sono davvero troppo carini…e la dicono molto lunga ! Sarà che poi da quando ho iniziato ad apprezzarli come coppia e mi sono messa a discuterne con te, in ogni loro occasione insieme vedo un momento di tenera coccolosità.


L'apologia delle coccole


Sai io vedo Miguel come un cucciolo che ispira coccole a pelle proprio, ma decisamente come lo vedi; per com’è, per come si comporta, per quel carattere da ragazzino che è cresciuto troppo in fretta e cerca di fare il grande uomo, ma che in realtà ha un desiderio smisurato di coccole, affetto e di tutto il bagaglio che queste attenzioni portano con sé. Ed ha trovato pane per i suoi denti, perchè Jan sotto quell’apparente scorza freddina e professionale e davvero dolce e un gran coccolone e non perde occasione per dimostrarlo! Per questo si completano e, passami in termine, si “incastrano” perfettamente sia a livello di carattere che a livello umano; da un lato c’è Miguel che brama coccole e contatto umano su tutti i livelli e non si fa problemi ad appalesarlo, dall’altro Jan che non riuscendo ad esternare lo stesso bisogno pur provandolo fortemente, trova la propria realizzazione nel dare a Miguel le stesse attenzioni che vorrebbe ricevere per sé, appagandosi nel vedere l’effetto che le stesse fanno sull’amico e provocando una reazione a catena, in quanto anche Miguel non si fa certo pregare per restituirgliele esattamente come Jan poi non si fa pregare per riceverele indietro!

Il tutto gentilmente offerto da Frau :) Per i batticuore, la bava e le scalmane si ringraziano i protagonisti della serie che da il nome a questo Blog

domenica 4 luglio 2010

Le presunte frottole di Miguel



Titolo: Le presunte frottole di Miguel

Fandom: Squadra speciale Lipsia (Soko Leipzig)

Personaggi: Jan Maybach, Miguel Alvarez

WARNING: NC 14

Storyline: seconda stagione

Sinossi: Jan ha perso una scommessa con Miguel, gli deve offrire una cena...

Avviso: I personaggi di questa fiction non mi appartengono, la storia e gli avvenimenti sono tutto frutto della mia fantasia


“Hai perso la scommessa, mi devi una cena!” esordisce Miguel con il sorrisetto più soddisfatto del suo repertorio.
“Sì, è vero, era stata la moglie a farlo fuori come dicevi tu e non l’amante. Ma scordati il ristorante, questo mese sono davvero al verde”
“Ho della carne da scongelare, io te la porto ma cucini tu”
“No, a fare una spesa ci arrivo. Porta del vino non la voglio la tua carne. Chissà da quanto starà nel tuo congelatore. Quell’animale non sarà stato ucciso neanche in questo millennio!” Jan fa una faccetta alquanto schifata.
“Il solito salutista e malfidato! L’ho congelata appena una settimana fa! Avevo una cenetta con due giovani fanciulle bisessuali come ospiti, sai volevano divertirsi con me, poi una delle due ha avuto un impegno di lavoro e mi sono dovuto accontentare del Tête-à-tête. Così la carne in più non l’ho cucinata”
“Ma sentitelo” fa Ina dietro la scrivania. “La smetti di millantare conquiste assurde? Tanto sono più che sicura che di notte stringi il cuscino perché ti senti tanto solo” assume un’aria da finto melodramma. Miguel la imita stizzito “Tu stringi i cuscini, Miguel Alvarez ha sempre il letto affollato!” e dopo l’ultima sparata passa accanto a Jan e gli da una manata sul braccio.
“A che ora devo venire?”
“Alle otto. E mi raccomando, sii puntuale! A me e Benny non ci piace mangiare il cibo raffreddato!”
“Tranquillo amico mio, sarò superpuntualissimo!”


Quando Miguel esce dalla doccia, il telefono inizia a squillare. “Meno male che ho finito. Forse sarà Jan che ha avuto problemi per la cena” bofonchia tra sé.
“Pronto”
“Ciao stallone, sono Frauke, ti ricordi quella della buca. Dovevo venire Klarissa. Mi ha detto la mia amica che sei stato all’altezza...”
Miguel arrossisce toccandosi la nuca imbarazzato.“Che carina a pensarmi Frau, tutto bene?”
“Vengo stasera, e se tu sei d’accordo si unisce a noi anche Klarissa, almeno possiamo divertirci in tre come eravamo d’accordo. Ok?”
Panico... panico... panico.... ok ora chiamo a Jan gli dico che... s’è rotto il condizionatore, no alt è inverno, l’impianto del gas, è andata a fuoco la casa.... beh certo, se vengono Klarissa e Frauke tutte e due è sicuro che s’incendierà la casa. All’idea la sua fisionomia cambia ma poi ritorna in sé.
Ho voluto io essere invitato e ora gli do buca? Avrà pure fatto la spesa a quest’ora, ed è anche al verde. Penserà che sono uno stronzo o peggio, e Benny?“Hey, di casa? Ci sei ancora? pronto!” Frauke è infastidita.
“Non posso stasera bellezza, devo lavorare”
“Lavorare? E prendi un permesso, i delinquenti li sbatterà dietro le sbarre qualcun altro, mentre tu sbatterai noi due...” sogghigna piena di malizia.
“Ehm....”
“Insieme Miguel, pensaci! Klarissa ed io faremo un sacco di giochini saffici che ti faranno perdere la testa completamente”
Miguel ha le vampate. Da una parte focalizza quelle due tigri scatenate di Klarissa e Frauke poi dall’altra parte Jan che prepara la cena e poi butta tutto deluso. Benny con la faccia triste e sconsolata.
“Davvero sono spiacente. Devo proprio lavorare” Mi odio, sono il meno uomo degli uomini. Si accusa. “Devo lasciarti sennò farò tardi”
“Ma Miguel...”
Mette giù scaraventando il telefono con una forza non necessaria.
Si dice guardandosi allo specchio: “Miguel Alvarez, sei stato ufficialmente cancellato dalla razza umana”. Poi controlla l’orologio alla parete. Le sette e quaranta cinque. È quasi in ritardo.


“Papà perché non butti la pasta? Io ho fame” si lamenta Benny girondolando attorno al divano nervoso.
“Tanto Miguel arriverà come sempre in ritardo, non ho voglia di mangiare gli spaghetti scotti”
Guarda l’ora per la terza volta. Le otto e cinque. “Il solito ritardatario, mai una volta che fosse punt... ” non termina la frase che suona il citofono. Pochi secondi dopo Miguel entra defilato. Bottiglia di Rioja in mano.
“Sono tanto in ritardo?” sembra preoccupato. Ha messo il giubbotto nero e una camicia bianca, un po’ di gel sui capelli che più lunghi del solito si arricciano puntando verso l’alto.
“Entra dai, solo cinque minuti in effetti” Miguel si introduce nel grazioso appartamento e subito individua il piccolo di casa.
“Hola Benny!”
“Hola Miguelito. Dopo giochiamo al computer d’accordo?”
“Ricordati che devi finire il capitolo di storia” interviene Jan piccato.
“Ma papà!”
“Niente ma papà e vatti a lavare le mani”
Sbuffato il ragazzino ubbidisce.
“Me le devo lavare anch’io papà?” Miguel si rivolge a lui mentre si toglie il soprabito ridacchiando.
“Sì, e poi tagli il pane” un ultimo sguardo complice e poi Miguel raggiunge Benny al bagno.
Quando torna fa: “Questo odorino mi sta facendo morire. Che mi hai cucinato di buono?” si avvicina al compagno intento a girare gli spaghetti che fluttuano nell’acqua bollita.
“Pasta al sugo, la tua preferita” si volta e gli regala un sorriso radioso.
“Lo sai che ti amo, vero?” poi lo abbraccia da dietro. Tre baci sul collo.
“Finiscila”
“Mi vergogno a dirlo ma ho rinunciato alla miglior notte di sesso per un uomo, per te, per non darti buca. Capisci quanto ti amo?”
“Come no, sogni donnine allegre e ammucchiate come un quindicenne. Dovresti crescere”
Miguel si stacca da lui piccato “Ma perché te e Ina pensiate che m’inventi le cose. Non è colpa mia se le donne mi trovano irresistibile!”
“Sei quasi patetico. Invece di pensare al film pornografico che non vedrai, vai a chiamare Benny”
“Film pornografico?” ripete incredulo.
“Vai!”
“Vado vado, uomo di poca fede” ad un passo dalla stanza di Benny che nel frattempo cerca di finire il capitolo per poter giocare dopo, si gira un’ultima volta “Secondo me sei solo invidioso perché io ho sempre un sacco di appuntamenti e tu sei un musone che non esce con una donna da almeno qualche secolo”
Jan non gli risponde limitandosi ad una smorfia di disapprovazione.


La cena si protrae fino alle dieci. Miguel ha accettato ben tre porzioni di pasta. Benny ha iniziato a giocare da solo alla play e Jan ha già ricominciato a riassettare.
“Vieni Miguel?” strilla Benny mostrando la consolle.
“Aiuto tuo padre a mettere questi piatti nella lavastoviglie e sono da te”
“No vai pure, così finita questa partita almeno va a dormire. Non voglio che faccia tardi, il pulmino domani passa presto”
“Che importa per una sera, è un ragazzino così giudizioso” gli passa un coltello. Jan lo prede per il verso sbagliato. Appena la lama tocca la pelle lancia un piccolo urlo.
“Ti sei tagliato?”
“Non penso” apre il palmo e una riga al centro inizia a sanguinare.
“Cavolo, dove hai la cassetta del pronto soccorso?”
“Non preoccuparti, mi serve giusto un cerotto” Jan si tampona la ferita con un canovaccio poi si dirige in bagno seguito da Miguel
“Miguel? Che succede a papà?”
“Niente, tu ammazzane più che puoi di alieni che dopo gli facciamo una faccia così insieme” fa l’occhietto poi sparisce dietro la porta del bagno.
Jan è seduto sul bordo della vasca, mentre Miguel gli netta la ferita con un batuffolo di cotone colmo d’acqua ossigenata.
“Brucia?”
“Un po’”
“È stata colpa mia!” Miguel si sente avvilito oltre il necessario.
“Per un taglietto da niente?”
“Sono un pasticcione, lo dici sempre anche tu”
“Sono io che ho preso il coltello dalla parte della lama”
Miguel appoggia il cerotto sul palmo con delicatezza attento a non fare male all’amico.
“Finisco io di rimettere a posto. Tu gioca con Benny”
“Non esiste, io sono una schiappa con quel gioco. Lui vuole te”
“Ma”
“Non rompere Miguel, non morirò dissanguato se riassesto un po’ la cucina, e se proprio dovessi sentirmi male ci sarai tu a rianimarmi, no?”
Lo scansa e poi sguscia fuori dal bagno.


Miguel e Benny combattono contro i loro nemici virtuali, ma l’adulto ogni tanto lancia occhiate verso la cucina. Finalmente Jan che ha meticolosamente rimesso a posto ogni cosa. A Benny scappa uno sbadiglio.
“Sono quasi le undici, devi andare a letto!”
“Che barba...”
“Benny!”
“Sto andando” il bambino si rivolge a Miguel: “Resti qui?”
“Non ci dormo con tuo padre, russa troppo”
“Non è vero non russo” si difende Jan mentre prende posto sul divano accanto all’amico.
“Se resti ci vediamo domani a colazione” dice Benny prima di allontanarsi dentro la sua stanza.
Appena i videogiochi sono messi da parte, l’atmosfera cambia.
“Come ti senti?” Miguel si avvicina.
“Benissimo, davvero ti preoccupa questa cavolata?” apre la mano mostrando il taglio.
“Molto, il mio Jan non deve sanguinare” così dicendo gli mette il braccio attorno alle spalle e spinge la sua testa verso quella di lui. Le fronti si toccano.
“Sei uno zuccone, ma premuroso” gli fa Jan sorridendo. Miguel lo invita ad un abbraccio. Si tengono così per qualche secondo senza parlare. Jan abbandona il capo sulla spalla dell’amico. Miguel gli massaggia la nuca.
“Dormi qui?”
“Con te?”
Jan arrossisce “Con Benny?”
“Ho capito, almeno non abbraccerò il cuscino se ci sei tu. Come pensate te e Ina”
“Io non lo penso, ma lo preferisco”
Miguel si stacca e lo guarda interdetto “Perché?”
“Non lo so, ma tu pensi troppo alle donne”
“Sei geloso?”
“Sì un po’” ammette Jan. Per non far vedere il proprio imbarazzo si rifugia in un altro abbraccio. Miguel lo stringe a sé più forte.
“Il mio cucciolo è geloso. Cavolo che bello, non l’avrei mai pensato” un bacio dietro l’orecchio.
“Davvero ti fa piacere Miguel?”
“Me lo chiedi? Mi sono fatto scappare una notte di sesso per stare tra le tue braccia e sei che ti dico? Ho fatto proprio bene!” Per qualche attimo Jan pensa che potrebbe esserci qualcosa di vero perché Miguel sembra proprio convinto quando parla di queste due presunte conquiste.
“Ora basta, mi stai davvero irritando”
“Mi dispiace se sei geloso ma Klarissa e Frauke esistono se vuoi te le posso pure presentare”
“Non ci tengo!” Jan è palesemente nervoso e si stacca dalle sue braccia adirato.
“Ok se ti fa piacere ti dirò che sono le protagoniste di un porno, contento?”
“Non m’interessa, finiamola qui dai” volge lo sguardo alla camera da letto. “Andiamo a dormire sennò domattina sembreremo due relitti”
“Voglio chiarire prima”
“Non fare il ragazzino, non c’è nulla da chiarire” Miguel allarga le braccia mentre lo vede dirigersi nella sua stanza.


Jan è già a letto sdraiato quando Miguel si toglie la camicia e l’appoggia su una sedia. Poi è il turno dei pantaloni. In boxer raggiunge l’amico sotto le coperte.
Gli occhi chiari del commissario Maybach baluginano nel quasi buio. L’unica cosa che illumina è il faretto del box armadio. Miguel si mette di fianco. Guarda Jan che non dorme. Sguardo serio, fronte corrugata. Lo sente sospirare e dire poi: “Buonanotte Miguel” e voltarsi dall’altra parte.
Miguel resta zitto poi gli si avvicina invadendo il suo lato del letto. Lo abbraccia.
“Scusa, mi dispiace”
“Di cosa ti dispiace”
“Non lo so, che abbiamo litigato”
“Non abbiamo litigato Miguel, toglitelo dalla testa”
Miguel sente che a Jan sfugge un gemito e che non si sottrae al suo abbraccio.
“Ho paura di averti deluso”
“Non mi hai deluso”
“Mi vuoi sempre bene?”
A Jan scappa un sorrisetto.“Bambino viziato e rompino, sì ti voglio bene ma finiscila. Ora vorrai dormire attaccato a me come una vongola nel suo guscio?”
“Non ti è dispiaciuto l’ultima volta” a quella Jan si volta dalla sua parte. Restano un po’ a guardarsi nell’oscurità. Poi Jan si piega su di lui, appoggia la testa sul petto e lo stringe.
“Ci devi tenere un sacco a me e Benny se hai rinunciato a quelle due signorine che volevano entrarti nelle mutande”
“Me lo sono inventato”
“Lo so”
“Ma se fosse vero, ti ripeto, sarei felice di aver scelto di stare con te Jan” lo stringe a sua volta a sé. Gli bacia la fronte. Restano a coccolarsi per parecchio.
Sono quasi le tre di notte quando stravolti dalla stanchezza e consumati di baci, si addormentano.


Un paio di giorni dopo Haio manda Ina e Miguel a sentire due testimoni riguardo una rapina finita con un ferito grave. Jan gli serve per interrogare una teste. Alla fine dell’interrogatorio sudato e stanco, Jan si concede un panino al bar. Sta rientrando quando intruppa quasi su una giunonica fanciulla. Altezza un metro ottanta, quarta di reggipetto, molto appariscente.
“È qui che lavora Miguel Alvarez, vero?”
Jan la guarda completamente rapito.
“Ricaccia la bava bel biondino e rispondi”
“Sì, ora è fuori” imbarazzato ciondola da un piede all’altro. “Chi devo dire?”
“Sono Klarissa. La mia amica Frauke dice che l’altra sera gli ha praticamente attaccato il telefono in faccia rifiutando di stare con noi perché doveva lavorare. Non mi sembra da Miguel. Così ho pensato di passare da lui per sentire se sta bene. Magari ha un problema."
Jan è colto da un dubbio. Sorride divertito “Quanto ti ha pagato”
“Cosa?” fa lei confusa.
“Sì, questa scenetta. Ti ha dato cinquanta euro, no forse si è svenato ed è arrivato a cento!”
“Mi hai preso per una prostituta?” strilla infuriata “l’amore con Miguel lo farei gratis almeno altre cento volte, a letto è un vero stallone. Ma se ha colleghi così stupidi meglio lasciar perdere. Puoi dirgli che i suoi attributi se li tintilli da solo!” gira i tacchi e si allontana tutta nervosa.
Jan la guarda voltare l’angolo incapace di respirare o quasi. Quanta confusione in testa!
Si osserva la mano dove si è tagliato e tutto torna alla mente. I pezzi del puzzle si compongono da soli.
“E io dovrei essere un detective” si dice accusandosi. Non vede l’ora che Miguel torni da lui.
La scena sarà epica.