sabato 31 ottobre 2009

Dolcetto o scherzetto?


AUTORE: me medesima
PAIRING: Jan e Miguel
GENERE: Romance
STORYLINE: tra la terza e la quarta (periodo secondo me nel quale i due....)
SPOILERS: fino alla puntata sopra citata
RATING:NC 17
DISCLAIMER: I personaggi citati in questa Fanfiction non mi appartengono, ho solo preso liberamente spunto dalla serie "Squadra speciale Lipsia"
SUMMARY: Jan e Miguel hanno una relazione da circa tre mesi. È la notte di Halloween e tutti i bambini sono in giro, bussando ad ogni porta e ponendo la solita domanda: dolcetto o scherzetto?
Feedback: giusipatito@yahoo.it





“Vedrai che questa volta la signora Schmidtgal con il suo fucile aria mozza qualcuno di voi lo fa fuori” fece sapere in tono gutturale Jan a suo figlio. Benni, nonostante i suoi quasi tredici anni era eccitato più che mai da Halloween. A Jan quella festa non piaceva. Non contando l’impegno come ogni anno di dover addobbare la casa con zucche arancioni, fantasmi e qualche ragnatela.
“Zia Erata, mi aiuti tu ad indossare il mio vestito da zombi?”
La donna oscillò la testa sconsolata: “Non te lo mettere Benni, ti prego. Quello che hai scelto lo scorso anno era già di per sé orrendo. Tutto sporco di sangue com’era! Mi vengono di nuovo i brividi a pensarci! Ma quello che sta di là anche peggio!”
“Perché ti impressiona? Il sangue era finto e ci doveva stare per forza, ero vestito da incidentato stradale!” precisò il ragazzo. Il travestimento da zombi che aveva preteso da suo padre era appoggiato nel suo letto. Alla fine fu Jan ad aiutare il figlio. Una volta pronto sembrava davvero un morto vivente!
“Benni”
“Sì papà?”
“Fai schifo!”
“L’effetto è quello giusto.” Sorridendo il ragazzino si allontanò da lui.
“Vado anch’io signor Mayback”
“Buon Halloween anche a lei, Erta.”
“Per lei buono che è giovane, piuttosto” Mentre indossava il suo cappotto la donna fece qualche domanda indiscreta: “Non esce? Non va in qualche discoteca?” domandò curiosa.
“Le discoteche non fanno per me. Penso proprio che resterò a casa a leggermi un buon libro.”
“Allora buona cultura signor Mayabck” salutò con la mano e poi chiuse la porta.
Jan sospirò. Non aveva programmi per quella sera. In realtà non aveva davvero voglia di mettersi a leggere il suo libro. Tra l’altro si trattava di un thriller fin troppo angoscioso. Di fatti, glielo aveva prestato un suo collega della scientifica.
“Mettermi a leggere di morti ammazzati con il lavoro che faccio proprio la notte delle streghe... non ci penso affatto!” disse ad alta voce. Sopirò. Miguel quella sera era occupato. Non gli aveva specificatamente detto cosa lo tenesse occupato. Aveva vagheggiato di conti in sospeso, questioni da risolvere... poi mi faccio sentire io. Ma la preoccupazione maggiore di Jan era con chi fosse occupato. Miguel, nonostante tutto, continuava ad occhieggiare le ragazze, quando poteva faceva il cascamorto e non passava giorno che non ricevesse almeno una decina di sms da qualche ex fiamma! Naturalmente tutto questo infastidiva non poco il commissario. Dopo tutto la loro storia era piuttosto breve e, sebbene fossero tanto legati, non avevano mai affrontato l’argomento fedeltà. In poche parole se per la sera di Halloween Miguel fosse uscito con una donna mentre lui era da solo a casa... fece una smorfia di disgusto per via di quel pensiero. Si mise a riordinare la casa nervosamente. Era quasi parossistico il modo nel quale spostò oggetti, riponendoli nei relativi cassetti, cassapanche, frigorifero e quant’altro! Considerò persino di passare l’aspirapolvere! Lo scoraggiò l’orario. Non voleva essere lui quello che avrebbe beccato la pallottola della signora Schmidtgal! Una volta che la casa fu linda e pinta fissò il televisore. Che avrebbero dato quella sera? Horror, nient’altro che Horror! Tanto valeva accontentarsi.
Si mise seduto sul divano esausto. Col telecomando stretto tra le dita fece uno zapping furioso fino a trovare un canale sportivo. Rischiò di addormentarsi motivo per cui optò per un altro canale. Al ventotto davano una sorta di antenato di Hostel. Guardò disgustato i dettagli splatter che, se non altro, lo tenevano sveglio. Il film narrava di una famiglia rapita da un oste pazzoide. Jan si immedesimò un po’ troppo. Tra l’altro il protagonista era biondo ed affascinante proprio come lui e aveva un figlio della stessa età di Benni. Non ci posso credere, mi faccio spaventare da queste cavolate! Blaterò dentro di sé. All’improvviso un crepitio strano alla finestra lo scosse.
“Che cosa è stato?” biascicò a voce alta. Pensò ai ragazzini per strada che cercavano i dolcetti. Pensò alla signora Schmidtgal che litigava con qualche vicino per via dei rumori. Ma, nonostante le varie possibilità, non poté evitare di impressionarsi. Impugnò la pistola d’ordinanza che teneva nascosta nel mobile principale della sala.
“Se c’è qualcuno lo avviso, sono armato” urlò contro l’entità che si muoveva dietro la tenda. Sulla finestra c’era una persona... questo era certo! Senza preavviso quel qualcuno aprì le sue ali. Letteralmente. Jan restò senza fiato nel costatare che non si trattava di una persona ma di un grosso uccello, probabilmente gigantesco, che si era appollaiato sul suo terrazzo. Ma che razza di volatile era? Un mostro o cosa?
“Se è uno scherzo non fa ridere!” disse. In effetti non c’era proprio un bel niente da ridere. Prese coraggio e spalancò la finestra. Un vento maligno lo colpì facendolo rabbrividire. Non ricordava facesse tanto freddo. La sagoma di quella specie di strano uccello apparve minacciosa. Puntò la pistola verso l’ala. A quel punto sentì la voce...
“Jan, per carità, non sparare!” era Miguel...
“Miguel, diavolo che cosa...?!” le domande gli morirono in gola. Accese la luce. Miguel Alvarez aveva indossato un costume da vampiro! Quelle che a Jan erano sembrate ali in realtà erano solo i cordoli del mantello.
“Sei pazzo? Mi hai fatto prendere un accidente!” lo riproverò.
“Io e te? tu a me! Quando ho visto che stavi per spararmi per poco me la faccio sotto...” Miguel gli aveva teso un bello scherzetto. Ma stava quasi per finire male.
“Non ci posso credere, era questo il tuo impegno. Entrare a casa mia dalla finestra?”
“Vestito da conte Dracula. Sono o non sono un sexy vampiro?”
Jan sorrise finalmente rilassato.
“Entra, che se stiamo qui ci prenderà come minimo il raffreddore. E se ci assentiamo chi lo sente Haio?”
“Già, il capo. Lui sì che è un mostro di cui avere paura.”.
Entrarono in casa. Jan osservò divertito il trucco dell’amico. Era davvero prefetto come vampiro. Guance bianche, rossetto cremisi, eye-liner nero sotto gli occhi. E il vestito faceva il resto. Jan considerò che era davvero sexy... gli si seccò la gola. Succedeva tutte le volte che si eccitava. E da quando stavano insieme gli succedeva spesso.
“Benni è in giro a caccia di dolci giusto?”
“Già. Ne avranno per parecchio...” fece sapere con un sottinteso. Miguel capì e non serviva altro. Gli si parò di fronte. Pochi attimi dopo lo abbracciò.
“Davvero pensavi che ti avrei lasciato solo stasera?” sussurrò mentre lo teneva stretto forte a sé.
“Parlavi di vari impegni... conti in sospeso. Io ho pensato subito che volessi vedere qualcuno... una donna...”
“Una donna?”
“Sì Miguel. Una donna. A te piacciono ancora tanto le donne.”
“Perché a te no?”
“Sì ma non ci penso.”
“Nemmeno io ci penso e sai perché?” i nasi si accarezzarono mentre si fissavano negli occhi.
“Non ci penso perché non ho trovato nessuna donna che mi piaccia quanto te, Jan.” Gli toccò i capelli. Il beneficiario di tanto desiderio si sciolse. Un po’ come il rossetto che ben presto fu trasferito al biondino. A piccoli passi si trasferirono nella stanza da letto. Una volta riversi Jan osservò l’amante.
“Sei complicato stasera da scartare.”
“Dammi una mano tu, non so nemmeno io come ho fatto a mettermi queste specie di ali da pipistrello.” Jan fece uno sguardo malizioso e disse:
“No...”
“No?”
“Resta così, non mi sembra poi tanto male fare l’amore con il conte Dracula. Un vampiro così carino e sensuale...”
“Uh uh... commissario lei è davvero tutta una sorpresa.. oltre che tutto un bollore...” Jan rise di gusto mentre gli venivano slacciati i pantaloni.
“Fai piano” si raccomandò Jan quando la mano si aggrappò all’erezione.
“Cos’è, Halloween ti rende delicato?”
“Sono così eccitato che non so se ce la faccio...non ce la faccio già più ad aspettare” sospirò. Miguel lo guardò con desiderio mentre lo sormontava.
“Fammi capire come si sbottona questa specie di frak e ti accontento subito” disse mentre cincischiava con la strana abbottonatura dei suoi pantaloni.
“Lascia fare a me. Tu non sei bravo in queste cose. Come minimo la rompi.”
“Dici che sarebbe una cattivissima idea?” Senza preavviso Miguel optò per quella ipotesi. Quello che premeva sotto non voleva attendere oltre. La strappò. La cerniera fuggì per aria e un brandello del pantalone scucito da qualche parte sul pavimento.
“Miguel tu...”
“Sono caliente, lo sai... un vampiro caliente ed affamato che vuole nutrirsi di buon sangue tedesco...”
“Tutto tuo...” esalò Jan offrendo il collo. Miguel ci si buttò a capofitto.
I baci si fecero sempre più appassionati mentre in pochi attimi concitati, Jan si ritrovò completamente nudo e in balia della bocca dell’amante.
“A questo punto della storia il vampiro violenta il bel ragazzo biondo...”
“Il bel ragazzo biondo non ha nulla in contrario... anzi... non sta più nella pelle...” Miguel ghignò. Si spinse dentro. I primi cinque secondi per Jan erano sempre un po’ duri. Ma poi tutto s’alleggeriva. E arrivava qualcosa di ben diverso. Il piacere.
Restarono uniti per una dozzina di minuti almeno fin quando, a pochi secondi l’uno dall’altro, raggiunsero l’appagamento più completo.
Miguel si gettò a peso morto su di lui. Il fiato grosso, le goccioline di sudore che gli imperlavano la fronte cadendo sul corpo ancora caldo dell’amato.
“Tranquillo Jan, il prossimo sarà dolcetto.”
“No, se di questo si tratta voglio un altro scherzetto”
“Questi scherzetti per te ogni sera, carissimo...” ridendo rotolarono sul letto.
“Senza vestito di scena, senior vampiro...” sdraiati di fianco si coccolarono per qualche minuto guardandosi fissi negli occhi.
“Ti amo proprio tanto, signor Mayback”
“Anch’io signor Alvarez... c’è un solo problema...”
“Quale?” domandò preoccupato.
“Tra poco tornerà Benni. Devi ritornare nella tua tomba, sai... poi lui è uno zombi.”
“Ah ok, il mio loculo mi attende.” Prima di ritirarsi sul serio diede un ultimo sofferto bacio all’amico. Staccarsi fu un’impresa, anche perché la voglia riprendere era spossante.
“Salutami il mio piccolo zombi” erano sulla porta di casa. Miguel e il suo vestito mezzo stracciato da vampiro e Jan, con un asciugamano attorno ai fianchi.
“Sarà fatto”. Un ultimissimo bacio e la porta si chiuse.
Jan sospirò. Un vero sospiro di piacere. Era stato un Halloween davvero hard quello. Di cose ne erano successe davvero tante quegli ultimi mesi. Era diventato l’amante del suo migliore amico! Con quei pensieri tornò sul letto. Annusò l’odore del sesso. Tra le lenzuola trovò tracce di rossetto. Un piccolo ricordo lasciato dall’amante. Fregandosene sorrise tra sé. Molto probabilmente zia Erta le avrebbe viste quell’indomani rassettando la stanza e avrebbe dato per scontato che Jan Mayaback non aveva letto un libro ma... fatto bene altro. Certo la donna non poteva sicuro pensare che aveva fatto l’amore con un vampiro, e, oltretutto, un vampiro spagnolo!

2 commenti:

  1. Mio dio, non nn ci posso pensare a Miguel vestito da vampiro che si appollaia sulla finestra di Jan e per poco non viene impallinato. Sei un mito, questa storia è davvero divertente ed eccitante. Mi è piaciuta un sacco.

    RispondiElimina
  2. Beh... sapendo la tua passione per i vampiri, ero sicura che avresti apprezzato! ehehhehe

    RispondiElimina