sabato 10 dicembre 2011

Una dolce sorpresa







Autore: lipsialove

Storyline: 5 stagione

Pairing: Jan-Miguel

I personaggi non mi appartengono e questa fic non è scritta a scopo di lucro




La neve scendeva lenta sulla città durante quella che si prospettava una delle più fredde vigilie di Natale degli ultimi anni. All’interno del commissariato c’era aria di festa. Ina aveva addobbato l’ufficio con una ghirlanda e nastri colorati e sullo schedario un alberello con biscotti allo zenzero e di pasta frolla, che Miguel ogni tanto sgraffignava per mangiarseli di nascosto. Jan sedeva alla sua scrivania, la testa affondata in un fascicolo e un evidenziatore in mano, ma quando avvertì il rumore della poltroncina dell’amico, alzò lo sguardo.
“La smetti di ingozzarti?” lo rimproverò sorprendendolo a rubacchiare altri due dolcetti “Se ti becca Ina sai che ramanzina”.
Ridacchiando furbetto, Miguel tornò al suo posto “Per due biscotti fai tutte queste storie”
“Non ti lamentare poi se poi se diventi un ciccione!” gli occhi azzurri brillarono.
“Ciccione sarai tu, Jan!” gli fece la linguaccia.
“Che combinate?” domandò Ina tornando con una pila di cartelle. Li scrutò con una strana espressione “Voi non me la raccontate giusta!”
“Perché devi sempre pensare male?” nascosto il suo maltolto nella giacca, Miguel lanciò uno sguardo d’intesa al compare, il quale aveva cominciato a sghignazzare di gusto.
“Siete davvero terribili! Peggio di due ragazzini!” s’inalberò scuotendo la testa “Lascio correre solo perché è la Natale e siamo tutti più buoni”
“A proposito, sono in ritardo! Benny mi aspetta” decretò Jan alzandosi per prendere la giacca.
Dopo aver seguito per qualche istanti ogni sua azione, Miguel divenne improvvisamente silenzioso, interessandosi a qualcosa che era scritto su un foglio di carta spiegazzato.
“Che fai? Non vieni?” lo incitò Jan.
L'ispanico lo guardò, l’amico era fermo davanti la porta in attesa che lui si decidesse a darsi una mossa.
“Allora?”
Un sorriso si allargò sulle labbra carnose “Che aspettiamo? Ho una fame da lupi!” Miguel scattò in piedi e
Jan scoppiò a ridere seguito da Ina che aveva seguito tutta la scena in silenzio.
“Sei davvero incredibile, sai Miguel?”
“E tu?” le domandò il collega più giovane indossando il cappotto. “Non torni a casa?”
“Prima devo terminare questo” mostrò il rapporto dell’ultimo caso.
Stavano quasi per uscire, quando Miguel si bloccò “Ripensandoci, amico. Ti dispiace se ti raggiungo direttamente a casa?” agguantò le chiavi della BMW dalla scrivania.
“Perché?” Jan aggrottò la fronte.
“Ho una cosa da fare!” gli sferrò una pacca sulla spalla e sgattaiolò via senza dare ulteriori spiegazioni.
Jan fissò Ina come se cercasse una risposta, ma lei alzò le mani in segno di resa.
“Io ho rinunciato a capirlo, lo sai, vero?” gli comunicò prima di tornare al suo lavoro.
“Spero non sia niente di grave” mormorò l’altro turbato.
“Forse si era dimenticato di un appuntamento con qualche amica” replicò lei mettendo l’accento sull’ultima parola.
Quel dubbio lo assalì rendendolo ansioso. Dopo aver salutato frettolosamente la collega uscì dal commissariato diretto verso la propria auto, ma durante il tragitto verso casa non poté smettere di pensare a Miguel e alla sua aria misteriosa. Ipotizzò che volesse comprare qualcosa per Benny. Si convinse che doveva essere quello il motivo della sua fretta indiavolata e che se avesse avuto una ragazza tra le mani non avrebbe di certo accettato il suo invito a trascorrere la sera di Natale con lui e Benny.
Perso in mille dubbi, raggiunse la villetta. Parcheggiata l’auto, varcò la porta di casa.
Il calore lo investì immediatamente costringendolo a fare un mezzo spogliarello nell’ingresso. Si tolse il giubbotto, i guanti e la sciarpa.
“Ehi, Benny!” lo chiamò raggiungendo il soggiorno, nel quale era addobbato un enorme albero con tante decorazioni compreso un bel puntale rosso e dorato.
Il ragazzino, ormai adolescente, uscì dalla sua camera “Ciao, pà! Dov’è Miguel? Non viene?” si rattristò nel rendersi conto che il suo amicone non era con lui “Non l'avevi invitato?” gli lanciò un’occhiataccia.
“Certo che l’ho invitato!” Jan si turbò per quell’accusa “Ma ha detto che prima aveva una cosa da fare”
“Sì, certo” protestò lasciandosi cadere sul divano in modo scomposto “Secondo me avete litigato”
“Cosa? Perché avremmo dovuto litigare”
“Fai sempre così. Lo tratti con aria sufficiente”
A quelle parole avvertì un dolore in pieno petto. “Benny, ti sembra questo il modo di parlarmi?”
“È la verità! Stai sempre a riprenderlo, mentre lui si sa che ti adora!” continuò nella sua crociata.
“Anche io l’adoro”, anche al solo parlare di Miguel, Jan avvertì le farfalle nello stomaco
“Visto che trascorre tanto tempo qui, perché non gli chiedi di fermarsi? C’è tanto posto!”
Per la sorpresa Jan non riuscì a replicare.
“Su, lo so che ti farebbe piacere!” lo adulò “Almeno avrei qualcun altro con cui parlare!”
“Non ti basto io? Ma che figlio ingrato!” scosse la testa fingendosi seccato.
“So che ti farebbe piacere averlo intorno. Sei un altro quando ti è vicino”
Jan scattò in piedi, mentre il viso assunse un tono acceso che lo fece assomigliare ad un peperone.
Il campanello lo salvò da un’ennesima battutina imbarazzante da parte del ragazzino.
“Non una parola!” gli intimò puntandogli un dito contro.
“Che barba” protestò Benny incrociando le braccia al petto. Jan gli lanciò uno sguardo truce
Quando andò ad aprire, Miguel era sulla soglia, gote arrossate, capelli bianchi di neve e anche il giaccone era disseminato di fiocchi. Tra le mani due pacchi. Glieli porse.
“Cavoli se nevica!” si sgrullò il nuovo arrivato.
“Dai, entra prima di diventare un ghiacciolo”
Benny li raggiunse “Ehi, Miguel! Como estas” gli mostrò la mano per fargli battere il cinque.
Muy bien” Miguel gli assestò anche un leggero buffetto sulla guancia.
“Che calduccio. Alla radio hanno detto che questa sera dobbiamo aspettarci una bella tormenta di neve”
“Grande!” esultò Benny
“Un po’ meno per me che dovrò affrontarla per tornare a casa” si tolse il cappotto appendendolo all’attaccapanni, poi si strofinò le mani per riscaldarle. “Che si mangia? Ho una fame da lupi!”
“Vedrai, Erta prima di andarsene ha lasciato zuppa, spezzatino con patate e dolci a volontà” gli elencò Benny “Sa che papà è negato tra i fornelli!”
"Non è vero!” protestò l’interpellato.
Benny alzò gli occhi al cielo.
“Mmm che languorino. Che aspettiamo?” Miguel si massaggiò la pancia.
Jan e suo figlio scoppiarono a ridere, poi Benny si eclissò lasciando gli adulti l’incombenza di apparecchiare.


Dopo cena si ritrovarono in salone a giocare a scacchi. Jan tentava di restare concentrato, ma non riusciva a togliersi dalla testa che Miguel gli stesse nascondendo qualcosa. Lo osservò tutto concentrato e sospirò.
“Jan, che hai?” Miguel alzò un sopracciglio “Sembri imbambolato”.
“No, sto bene” negò l’altro scotendo la testa.
“Che starà facendo tuo figlio in camera? Sono ore che è chiuso nel silenzio più totale”
“Starà chattando con qualche amichetto”
“O con una fidanzatina! Bello come il suo papà, avrà decine di ammiratrici” commentò Miguel muovendo il pedone.
“Fino a pochi giorni fa sospirava d’amore per una certa Tanja. Chissà. Per me è sempre un ragazzino e solo al pensiero di lui che fa…insomma sesso... mi vengono i brividi” fece una smorfia.
“Ormai è un ometto” Miguel tornò pensieroso “Forse dovrei dargli il mio regalo” si sporse per prendere un pacchettino da sotto all’albero.
Si diressero insieme verso la camera del ragazzo, ma quando Jan sbirciò all’interno lo trovò addormentato sul letto, con le auricolari alle orecchie.
“È crollato!” esclamò voltandosi verso Miguel, il quale gli rivolse un sorriso dolcissimo.
“Povero piccolo, doveva essere stravolto”
“Aspetta” si avvicinò al figlio togliendogli l’’ipod e coprendolo con il piumone. Dopo essersi assicurato che stesse dormendo profondamente, tornò dall’amico. “È proprio andato!” e richiuse la porta.
“Cavoli se è cresciuto” sospirò Miguel.
“Già, me ne da di grattacapi” replicò “Peccato che non puoi dargli il tuo regalo”
“Vorrà dire che lo troverà domani mattina”
Una volta di nuovo in salone Miguel si spaparanzò sul divano, mentre Jan prese posto accanto a lui, lasciandosi sfuggire uno sbadiglio.
“Stanco?” l’osservò con una strana espressione.
“Un po’” si accomodò meglio incrociando le mani dietro la nuca. Rimuginò tormentandosi il labbro inferiore con i denti, poi non resistette più e fissando serio l’amico si decise a porre finalmente la domanda che gli stava tanto a cuore “Mi vuoi dire che avevi da fare oggi di tanto importante?”
L’altro si limitò a ghignare e quello indispettì il commissario più anziano “Perché non vuoi dirmelo? Dovevi incontrare qualche tua ‘amica’?” tentò di fingere indifferenza, ma il tono risultò quello di una fidanzata gelosa.
Miguel invece continuò a evitare di rispondere “Non vuoi aprire il tuo di regalo?” dal mucchio di pacchetti ne prese uno sottile con la carta tutta colorata.
“Ma…” esasperato obbedì, afferrandolo malamente. Lo scartò alterato, ma quando vide quello che conteneva trattenne il fiato. Alzò lo sguardo verso l’amico, per posarlo di nuovo sull’oggetto tra le gambe. All’interno del pacchetto una loro foto incorniciata. Jan ricordava esattamente il giorno e perfino il momento in cui era stata scattata: il Natale dell’anno prima. Erano impegnati nel caso spinoso di un omicidio di una ragazza dell’Est alla quale avevano anche rapito la figlia. Durante un sopralluogo Miguel aveva scherzato con la fotocamera scattandogli numerose foto. Alla fine si erano anche immortalati in un autoscatto. Stranamente di quella foto aveva perso memoria, almeno fino a quel momento. .
Miguel lo fissò soddisfatto per essere riuscito a sorprenderlo “Non potevo venire con te perché dovevo fare una copia della foto” si grattò la testa rasata.
Jan si sentì il più grosso degli stupidi per aver pensato chissà che cosa, ma soprattutto di aver dubitato di Miguel. Nella foga di aprire il pacchetto non si era accorto che qualcosa gli era caduto sulle gambe. Attaccati ad un nastrino rosso i due biscotti che aveva sgraffignato ore prima. “Non li hai mangiati!”
“No, erano per te. Lo so, non è molto, ma…”
“Non è molto?” Jan non riusciva ad esprimere la gioia che provava in quel momento “Perché dici così? È bellissima. Non ricordavo neanche che l’avessi fatta stampare”
“Certo. La porto sempre con me, nel portafoglio” confessò imbarazzato “volevo che ne avessi una anche tu”
“Miguel” lo attirò in un caldo abbraccio stringendolo con forza e affondando il viso nel suo collo.
Rispondendo a quella stretta con eguale forza, Miguel insinuò le dita nei capelli biondi, scendendo sulla nuca. “Allora ti piace!”
“Da matti, ma il regalo più bello che potevi farmi è la tua presenza qui” sussurrò Jan con il cuore in gola.
“Non vorrei stare da nessun’altra parte, piccolo” ruotò la testa leggermente per baciargli un punto sotto la guancia.
Jan sospirò, ma in quel momento lo sentì sghignazzare “Davvero pensavi avessi un appuntamento con qualche seniorita?”
L’altro si staccò leggermente “Perché non è mai successo?”
“Non quando tu mi inviti ad una serata così importante”
“Mi spiace” rendendosi conto di avere detto una sciocchezza distolse lo sguardo.
“Eri geloso!” dichiarò Miguel divertito.
“Geloso? Ma quando mai!”
“Sì, che lo eri!” cacciò la lingua tra i denti.
“E va bene!” confessò infine “Ero geloso, ma la cosa che mi faceva impazzire era che mi tenessi nascosto qualcosa”
“Che testone Jan” gli prese il mento con una mano “non ti nasconderei mai niente!” lo fissò con una tale convinzione che Jan non poté fare altro che annuire.
Miguel sorrise “Bene. Ora dov’è il mio regalo?” si strofinò le mani nell’attesa.
Vedendo la sua faccetta così tenera, scoppiò a ridere “ce l’ho di là” si alzò dal divano sparì nel corridoio.
Quando tornò con il pacco, Miguel era in piedi accanto all’albero.
“Ecco” gli porse lo scatolone sul quale faceva bella vista un bel fiocco.
“Cos’è?” domandò prendendolo e scuotendolo.
“Peggio di Benny”
Miguel sedette sul pavimento e lo scartò “Wow!” Scoprì un giubbotto di pelle con collo di pelliccia.
“Ti piace?”
"Cavolo Jan, ma è favoloso! Ti sarà costato un patrimonio” si sentì a disagio per il suo regalo tutt’altro che costoso, ma il sorriso che l’amico gli rivolse riscaldò il suo cuore “Vai in giro con quell’affare che tu continui a chiamare cappotto. Congelerai uno di questi giorni”
“Grazie, è fantastico! Lo adoro” lo indossò immediatamente rimirandosi e improvvisando una mezza sfilata per Jan.
In quel momento lo sguardo del biondino si posò sull’albero, su uno dei rami bassi Miguel aveva appeso i biscottini allo zenzero che gli aveva portato. “E quelli?” li indicò.
“È il loro posto” dichiarò Miguel togliendo il suo regalo per poi riporlo con cura nella scatola. “Ora è meglio che vada!
Fuori dalla finestra sembrava essersi scatenata una vera tormenta. Miguel sopirò tristemente al pensiero di dover uscire con quel tempo, ma Jan lo spiazzò “Resta!”
“Come?” si voltò di scattò.
“Non puoi uscire con questa neve, resta a dormire qui”
“Sicuro che non ti scoccia?”
“No, anzi” si avvicinò pericolosamente “sapessi Benny con che cosa se n’è uscito. È proprio da lui fare richieste del genere”
“Di che parli?” si leccò le labbra secche.
“Vorrebbe che venissi a vivere qua!”
Miguel sgranò gli occhi per la sorpresa “Wow. Intraprendente il ragazzino!” si grattò la fronte.
“E tu che gli hai risposto?”
Jan tacque per un attimo “Dimmi solo una cosa, a te piacerebbe?” improvvisamente quell’idea non gli sembrava poi tanto strampalata.
“Certo, Jan che mi piacerebbe. Che domande!” il cuore gli batteva all’impazzata. “Solo che io non posso prendere e trasferirmi a casa tua”
“Perché? Te lo sto chiedendo”
“Sì, ma…”
“Nessun ma. Allora è deciso” decretò emozionato. “Appena possibile fai i bagagli e ti trasferisci!”
Miguel sorrise felice di quella decisione così improvvisa ma anche così giusta. “Che ne dici di qualcosa da bere?”
“Birra o vino?” si diresse verso l’angolo cottura.
“Birra” rispose lo spagnolo, poi ci ripensò “Meglio vino, dobbiamo festeggiare come si deve”
Jan prese una bottiglia di rosso e la stappò, portando con sé anche due calici.
“Caspita!” fece un fischio di apprezzamento.
“È Natale e poi anche quest’altra occasione così speciale” Jan gli porse il bicchiere.
“A questa coabitazione” i vetri tintinnarono e Miguel bevve un lungo sorso assaporando il gusto pieno e deciso. “Ottimo. Non credevo ti intendessi di vini”
L’amico invece bevve il suo tutto d’un fiato. Aveva davvero bisogno di qualcosa di alcolico per rendersi conto di quello che era appena accaduto. “Infatti, non me ne intendo. Sono stato fortunato, è davvero buono”
Dopo il secondo bicchiere erano entrambi troppo brilli per parlare. Miguel aveva la testa appoggiata su un cuscino e gli occhi socchiusi, mentre Jan si era raggomitolato in un angolo del divano con la fronte poggiata sul palmo della mano. “Jan, sarà meglio andare a letto” biascicò voltandosi dalla sua parte, ma si zittì rendendosi conto che dormiva. Si mosse lentamente fino a trovarsi ad un niente da lui. Gli sembrò un angelo in quel momento, la bocca socchiusa, il respiro leggero e un ciuffetto di capelli che gli cadeva da fuori la mano. Allungò le dita a sfiorargli la guancia, ma il timore di essere sorpreso, lo indusse a ritirarla. Restò per qualche minuto in silenzio ad contemplarlo, poi decise di svegliarlo.
“Ehi, bell’addormentato?” avvicinò il viso al suo. Quando gli occhi chiari si aprirono Miguel trattenne il fiato.
“Miguel” sussurrò “mi sono appisolato”
“Sei crollato, piccolo. Dai, ti porto a letto” dalle sue labbra questa frase risultò più maliziosa di quanto avesse voluto.
Jan arrossì e cacciando la lingua tra i denti replicò “Mi porti in braccio?”
“Sei matto! Mi verrebbe un’ernia!”
“Che cialtrone” si alzò stiracchiandosi “Il letto nella camera degli ospiti è sempre pronto con lenzuola pulite”
“Okay”
“Buona notte” indicò la porta, ma senza accennare ad andarsene.
“Notte Jan” abbassò lo sguardo verso le scarpe. “Buon Natale”
“Buon Natale anche a te, Miguel” sorrise, poi senza preavviso si sporse verso di lui, prendendogli il viso tra le mani.
Le bocche si sfiorarono. Un leggero tocco, ma che bastò a turbarli entrambi. Miguel si tirò indietro e dopo avergli rivolto un dolce sorriso si voltò per entrare, ma Jan gli afferrò un braccio. In quell’istante Miguel si rese conto che avrebbe occupato la camera negli ospiti di Jan, ma non da solo...


















2 commenti:

  1. Deliziosa. Così dolce e romantica. Jan è davvero così geloso e Miguel, un po' sadicamente, lo fa soffrire. Penso che Benny avrebbe dovuto spiegare meglio perché vuole Miguel accanto a suo padre, forse perché vorrebbe finalmente vederlo felice. Mi piace tantissimo il pezzo che Miguel lo contempla dormire così ammaliato. Visto che ci è capitato spesso di vedergli quello sguardo adorante quando osserva il suo superiore, non è stato difficile per me immaginare questa scena... * sospiro * ora mi raccomando, scatena la tua fantasia tenera in qualcosa sui beby cicci... ci spero tanto!! Magari x il mio compleanno... :D :D :D Giusi

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  2. bello che benny trovi giusto che Ian e Miguelito stiano assieme che romanticita' e tenerezza!!!

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