domenica 9 maggio 2010

Ti voglio sposare, prima parte



Titolo: Ti voglio sposare

Fandom: Squadra speciale Lipsia (Soko Leipzig)

Personaggi: Jan Maybach, Miguel Alvarez

WARNING: adatta ad un pubblico adulto

Storyline: dopo la puntata -Il mio amico- (sesta stagione) ma con finale alternativo (Miguel si salva e Jan lascia Leni e ha una storia con il collega)

Sinossi: Il commissario Haio è fuori per un incarico speciale. Al distretto arriva una nuova poliziotta. E Miguel spera di ufficializzare il suo legame con Jan


PRIMA PARTE


Miguel dorme di fianco quando Jan, alle sue terga, gli circonda la vita con le braccia, poggia il mento sulla spalla. Dopo un sospiro sussurra: “Amore... stanotte è stato bellissimo” Miguel si desta e prende coscienza che è già giorno, risponde: “Sì, amore mio, stupendo, come sempre”
Jan: “Ti amo”
Miguel: “Ti amo anch’io” poi si gira e lo abbraccia. Iniziano a pomiciare. All’inizio è un bacio lento, dolce, poi sempre più appassionato. In un attimo, Miguel infila la mano nel cassetto a fianco al letto. Estrae la vasellina, l’appoggia sul cuscino, poi un profilattico. Lo scartoccia, se lo arrotola, riprende il tubetto del gel. Una noce sulla punta e s’infila.
Sono uniti e fanno l’amore con passione. Dura un quarto d’ora. Dopo aver goduto l’uno dell’altro si staccano. L’orologio segna le otto. È ora di andare al lavoro.


Haio è fuori e Ina è sola quando Berinike Hedlehn entra negli uffici. Sarà la sostituta del capo fino al suo rientro. È una bella ragazza sui trenta, capelli neri, fisicamente ben fatta. Poco dopo il suo arrivo giungono pure Jan Maybach e Miguel Alvarez. Presentazioni di rito. Berinike sorride ad entrambi. Fa un discorso in cui si auspica che il suo incarico la tenga occupata il meno possibile. In altre parole: niente eventi criminosi fino al ritorno di Trautzschke.
Miguel e Jan sono fuori quando Berinike e Ina sono in cucina che consumano uno snack.
“Però, davvero interessanti i tuoi colleghi”
“Carini, è?”
“Molto, soprattutto il moretto, ma anche Jan non scherza. Sono single? Spero di sì, non dirmi che sono già stati accalappiati”
Ina prima sospira poi spiattella “Sì, sono accalappiati. Si sono accalappiati a vicenda” Berinike sgrana gli occhi. “Merda, dici sul serio? Sono gay? Che spreco! Non ci credo”
“In effetti prima non lo erano. Prima di mettersi insieme. Almeno per quanto ne capisco io. Anzi, se vuoi saperlo, fino a poco tempo fa Jan usciva con la figlia di Haio. Hanno avuto una storiella anzi hanno pure provato a vivere insieme”
“E poi? S’è messo in mezzo lo spagnolo?”
“No, lui c’è sempre stato. Solo che... beh sai, prima che un uomo perfettamente etero accetti di cambiare sponda... ”
“E dunque?”
“Leni, la figlia del capo, ha un bel caratterino. Chi ci capita sotto lo sa. Litigavano spesso e poi Miguel ha avuto quell’incidente. Gli hanno sparato. Durante la convalescenza Jan gli è stato sempre accanto. Penso che l’essere stato tanto vicino a perderlo gli abbia aperto gli occhi su chi amava davvero”
“Ma che storia romantica” Berinike è elettrizzata. “Però povera Leni, e Trautzschke? Come l’ha presa?”
“Ma lui sa solo che Jan e Leni si sono lasciati per incompatibilità di carattere. Poi Leni è partita per l’Olanda e non ne sa niente. Haio anche non ha idea che ora il suo ex genero fila con un altro suo sottoposto”
“Cavolo, questo distretto è più appassionante di una puntata di Sex and the city!”
“Già, e mi raccomando: non dire niente a nessuno. In particolare ai diretti interessati. Si imbarazzerebbero, soprattutto Jan, lui ha anche un figlio”
“Sarò una tomba” poi sospira. “Peccato però, con Miguel un bel giretto l’avrei fatto eccome”
“Se ti va una sera di queste usciamo a rimorchiare. Sono single e bisognosa di attenzioni maschili anch’io...” lo sguardo di Ina è allusivo.
“So cosa intendi per attenzioni maschili” ridacchia. Finita la merenda, finisco pure i pettegolezzi. E tornano pigramente ai rispettivi compiti.


Dopo aver interrogato un uomo sospettato di maltrattamenti famigliari, Jan e Miguel tornano a casa. Da quando Benny, il figlio di Jan, vive negli Stati Uniti con sua madre, il bel commissario biondo dispone della casa tutta per sé. In effetti sono molte anche le notti che trascorrono nell’appartamento di Miguel, ma quello è più piccolo e angusto, poi dista maggiormente dal commissariato. Così passano più tempo in quello di Jan. Dopo aver fatto la spesa da Billo, i due uomini si rifugiano nella tranquillità domestica. Jan infila le bistecche di suino nella griglia elettrica, mentre Miguel condisce una quantità innaturale di spaghetti.
“Non posso mangiare tutta quella pasta Miguel, e poi lo sai che è un’associazione pessima carboidrati e proteine!”
“Finiscila, tanto lo sai che consumeremo tutto... dopo” ammicca. Jan deglutisce, la sola allusione glielo fa rizzare. Ma si finge infastidito.
“Miguel tu non pensi altro che a fare sesso con me. Anche con le tue ex eri così fissato?”
“In verità solo all’inizio. Dopo un po’ perdevo interesse. Invece io e te stiamo insieme da sei mesi e ho sempre voglia come la prima volta” Jan morde un pezzetto di pane fresco mentre i suoi occhi divengono lucidi. Ricorda la prima volta con Miguel con tenerezza. Non la primissima volta che hanno fatto sesso, al confine con la Cecoslovacchia per trovare una ragazza scomparsa. In quell’occasione erano stati costretti a dividere il letto, e anche complice l’alcol, si erano lasciati andare... ma si era trattato di un gioco, simile alle carezze maliziose con cui ricavavano il reciproco appagamento sotto la doccia, dopo il fitness. No, la loro prima volta in un motel fuori Lipsia. Miguel era uscito dall’ospedale solo da una settimana. Jan gli aveva confidato che Leni se n’era andata, che non stavano più insieme. Qualche minuto dopo che lo amava. Si erano baciati a lungo, finalmente consapevoli di voler dare un senso a quel rapporto così particolare.
Voglio essere tuo
Voglio che tu sia mio.
Prima di andarsi a rinchiudere in un pessimo Motel (Jan avrebbe voluto protestare per la location, ma la voglia lo aveva fatto desistere) Miguel era passato in farmacia a comprare un kit per rapporti anali tra principianti, quali:
- Divaricatore anale
- Profilattici superlubrificanti
- Crema lubrificate a base acquosa
- Vibromassaggiatore
Il vibromassaggiatore non lo usarono ma ci andarono giù bene con cremine e gel vari. Era stato tutto perfetto anche se il mattino dopo, il letto era completamente saturo di sudore, sperma e resti di brezel. Tra i residui organici anche muco, Jan aveva di nuovo il raffreddore! Malgrado avessero dormito poco e niente, erano così felici da non sentire la stanchezza. Tutto era accaduto appena sei mesi prima.
“Jan, così le bruci” Miguel si pone alle sue spalle. Gli spiega come trattare con la carne. Sangue spagnolo, lui sì che sa cucinare alla griglia, anche senza brace! Scappa un bacio sul collo di Jan. Poi la bocca.
Miguel: “Ti amo lo sai?”
Jan “Sì, lo so. E mi fa molto piacere... ”
“Dimentichi qualcosa?”
“Ti amo anch’io”
Jan si gira e inizia un bacio vero. Con la lingua. Miguel scopre che è già eccitato. Glielo tasta sopra i jeans.
“Senti qui che roba, pensa dopo che avrai mangiato la carne...”
“Miguel smettila, se fai così andrà tutto in fumo. Per una volta almeno, prima ceniamo”
“Ok” anche se controvoglia, il commissario più giovane si stacca. La cena è salva, almeno per questa sera.


Jan prende Miguel regolarmente, non come Miguel lo fa a lui ma abbastanza da potersi definire una coppia aperta ad entrambe le opzioni. Il fatto che Jan preferisca quello che in termini molto spicci è denominato -fare la donna- e che mentre succede urli tutto il tempo di piacere non deve trarre in inganno. Gli piace anche -fare l’uomo- quanto a Miguel piace a sua volta essere posseduto da lui. Solo che Miguel da il suo meglio quando fa l’attivo, non tanto per la sensazione (gli piace molto anche lui ricevere Jan dentro di sé) ma perché adora veder Jan godere così e sapere che è proprio lui l’artefice di tutto, corrobora la soddisfazione.
Quella sera, è Miguel ad accogliere Jan. Dopo essere venuti, restano uniti qualche secondo. Completamente basiti. Miguel ripete per la trentesima volta ti amo. Jan quasi non riesce a parlare. Con Leni e le altre della sua vita è stato sempre bello, ma con Miguel è qualcosa di diverso. Solo con lui amore ed attrazione vanno di pari passo, nemmeno un centimetro di distanza. Ed è questo a rendere il loro rapporto così speciale.
Miguel ripete: “Ti amo” subito dopo qualcosa che non ha mai detto prima “Ti voglio sposare”
Jan lo guarda ancora tra le nuvole. “Amore... cos... cosa dici?!”
“Sì Jan, ti amo e ti voglio sposare. Che c’è di strano, niente no? Ti amo e ti sposerò” Jan si ritira lentamente da lui. Nodino al profilattico che viene gentilmente trasferito sul comodino in attesa di finire nella pattumiera. Jan fa un sorriso preoccupato.
“Dopo l’orgasmo si dice qualsiasi cosa... ”
Miguel si tira su con gli avambracci. Addominali tesi. “Non parlo così perché ho goduto come un riccio. Ti voglio sposare” ribadisce.
“Miguel, sii ragionevole. Anch’io ti amo e ti sposerei ma non è nemmeno il caso di parlarne”
“Perché?” Miguel è sempre più piccato
“Serve chiederlo? La nostra storia è tutt’altro che vicino all’essere ufficializzata!”
“Ina lo sa e anche Berinike l’ha capito. L’altro giorno mi ha detto un -salutami Jan- piuttosto ambiguo”
“Non significa niente. Berinike tra una settimana tornerà nel suo distretto. Al posto suo Haio, e dio sa se preferirei morire piuttosto di dirgli in faccia che la storia con Leni è finita per... ”
“Per colpa mia? È questo che volevi dire?” Miguel è incazzato nero.
“Perché amavo te. Dopo la sparatoria...”
“Ma certo, ti facevo tanto pena! L’idea di una vita senza di me ti ha fatto aprire gli occhi! Finiscila Jan, questa storia non commuove più nessuno!”
“Calmati. Una buona volta comportarti come una persona assennata!”
“Non siamo tutti come te. Così trattenuti e disciplinati” lo fissa aggressivo, le parole che sta dicendo hanno un senso, almeno per Jan “se ti voglio sposare non è per togliermi un capriccio né tanto meno per scandalizzare il capo nonché ex suocero” si avvicina a lui fino a che i nasi si sfiorano: “Ma perché ti amo. E proprio in quanto stavo per morire non voglio rischiare che ciò accada di nuovo senza aver chiarito la nostra posizione”
Jan è serio. Lui ha ragione. Ma che fatica ammetterlo! Miguel sporge il bacino in avanti e con un dito indica la cicatrice ancora ben visibile appena sotto lo stomaco.
“Questo dovrebbe ricordarti non solo quanto siamo stati vicino a perderci. Ma anche che grazie al colpo di Rico abbiamo compreso di amarci davvero e che non potevamo continuare a nasconderlo”
“Lo so Miguel, ma io sono felice di stare con te, e anche se il tuo proposito è stupendo, ti mentirei se ti dicessi che mi rende la vita facile!”
“Che intendi?”
“Sto bene così”
“Amanti occasionali segreti?”
“Ma se sono mesi che non stiamo una notte separati!”
“In altre parole rifiuti di sposarmi, giusto?”
“Sì, esatto” sospira accigliandosi “ti amo da morire e darei mille volte la vita per te, ma sposarti significherebbe far soffrire due persone a cui tengo molto. Senza contare Benny. A lui hai pensato? Come la prenderebbe?”
“Capirebbe... è un ragazzino adulto ormai, con il tempo...”
“Tempo. Capire. Se la nostra felicità deve invadere la serenità di persone a cui teniamo, forse non è il caso di essere un po’ meno felici?” Miguel afferra i boxer arrotolati sotto le coperte.
“Dunque mi stai dicendo che saremo amanti per sempre? È questo?”
“Credo di sì”
“Non sono certo di volerlo, Jan”
“Cerca di comprendere...”
“Ci proverò...” Miguel si veste. Jan vorrebbe fermarlo ma non lo fa. Lo conosce troppo bene. Non sono solo innamorati, sono pure amici e lui sa che Miguel ora ha bisogno di starsene un po’ da solo. Tornerà a casa sua, magari romperà un suppellettile tirandolo sul muro, imprecherà. E alla fine di tutto questo sfogo, Jan spera che tornerà da lui.

1 commento:

  1. Che belli i ciccini innamorati. POeccato che Jan riesca sempre a rovinare tutto con i suoi discorsi. Adoro Miguel così spontaneo e dolce, mentre jan è sempre così assennato e freddo. L'adoro, non vedo l'ora di sapere come continua e se Miguel tornerà da Jan.

    RispondiElimina